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A talk with Milan Ther
09.04.24

A talk with Milan Ther

Ritratto di Fabian Schwarze, Installation View di Fred Dott

Milan Ther è il direttore del Kunstverein di Amburgo e curatore della mostra Bühnenbilder, dedicata a Silke Otto-Knapp. L’abbiamo incontrato per discutere delle sue scelte curatoriali, dell’artista in mostra e del lavoro realizzato per la mostra a Casa Mutina nel 2022. 

Mutina ricorda con affetto l’artista prematuramente scomparsa.

Bühnenbilder by Silke Otto-Knapp, Installation view, Kunstverein in Hamburg 2024. Photography by Fred Dott.
Bühnenbilder by Silke Otto-Knapp, Installation view, Kunstverein in Hamburg 2024. Photography by Fred Dott.

Cos’hai visto in Silke Otto-Knapp che ti ha portato a sceglierla come artista in mostra? Cosa ti colpisce di più delle sue opere?

L’opera di Silke Otto-Knapp dà vita a un modo di fare arte in cui la testimonianza e la traduzione della cultura diventano una narrazione del modo in cui l’opera stessa di Otto-Knapp viene realizzata. Le prospettive storiche che confluiscono nei dipinti raccontano un percorso vicino a quello delle arti performative: dalla danza e dal teatro moderno e classico (da Degas in poi), alle pratiche tardo-moderne e postmoderne (come quelle di Anna Halprin e Trisha Brown), fino alla contemporaneità – in cui il coreografo britannico Michael Clark occupa un posto centrale nella successiva serie dell’artista. Otto-Knapp ha lavorato alle tele spruzzando e muovendo ripetutamente il pigmento ad acquerello, come una prova o un allenamento, costruendo la superficie solo per far sì che l’opera si presentasse poi come un dipinto allo stato finito.

Il titolo della mostra (Bühnenbilder, “scenografie”) sembra evocare il legame stabilito dall’artista tra pittura, spazio e performance. Come dialogano tra loro questi elementi nell’esposizione di Amburgo?

Bühnenbild in tedesco si traduce letteralmente in “immagine di scena” o “pittura di scena”, ma è il termine usato per indicare la scenografia. Per la mostra al Kunstverein di Amburgo, Otto-Knapp e io abbiamo discusso di utilizzare le colonne dello spazio, aggiungendone altre e lavorando con esse per far apparire i dipinti nella loro fisicità. Tutte le opere sono sono rivolte verso la porta d’ingresso della sala espositiva. Entrando nello spazio, i dipinti sembrano muoversi l’uno con l’altro, generando una sorta di quarta parete che gli spettatori possono attraversare. L’illuminazione arancione dello spazio sottolinea l’artificio del lavoro di Otto-Knapp, secondo cui i palcoscenici sono prima di tutto luoghi della mente (e anche della vita).

Per la sua mostra a Casa Mutina nel 2022, l’artista ha realizzato un’opera dipinta direttamente sui singoli elementi ceramici. Come valuti questo suo intervento? Che ruolo gioca la frammentazione del supporto all’interno dell’opera?

L’opera – che trae il suo motivo da Beware of the Holy Whore (1971) di Rainer Werner Fassbinder, reinterpretato da Michael Laub per lo spettacolo teatrale Fassbinder, Faust and the Animists del 2017 – è in dialogo con la serie Versammlung (2022) realizzata per la mostra al Kunstverein. In modi diversi, tutte le opere di questa serie negoziano l’idea di “raccoglimento” sul palco. Nel caso del film di Fassbinder, che ruota attorno all’anarchia che può verificarsi su un set cinematografico – con gli attori del film che interrompono e riprendono le riprese – i due tableau che Otto-Kanpp ha ripreso dal film raffigurano gli attori che agiscono come se non stessero recitando, una sorta di pura presenza scenica. All’interno della mostra Bühnenbilder, i formati delle opere passano da dipinti più piccoli a lavori più grandi su più pannelli, agli schermi autoportanti Versammlung, fino all’opera su ceramica realizzata per Mutina. All’interno di questa traiettoria, i dipinti “agiscono” e “recitano” la loro oggettività in relazione allo spazio espositivo in modo diverso: nelle prime opere, la figurazione è tecnicamente più elaborata, mentre i dipinti subiscono una riduzione delle informazioni man mano che aumentano di scala, lasciando poco più che i corpi dei performer a significare la presenza, la coreografia e lo spazio del palcoscenico.

Bühnenbilder by Silke Otto-Knapp, Installation view, Kunstverein in Hamburg 2024. Photography by Fred Dott.
Bühnenbilder by Silke Otto-Knapp, Installation view, Kunstverein in Hamburg 2024. Photography by Fred Dott.

Che rapporto hai con la ceramica? Quali sono, secondo te, le sue applicazioni più interessanti in ambito artistico?

Personalmente, mi sono sempre sentito attratto dalla capacità della ceramica di mantenere il colore nei secoli. Mi viene in mente la tradizione della maiolica italiana del XV e XVI secolo, con i suoi bellissimi pigmenti gialli, blu e verdi. In questo senso, è un mezzo che può offrire una delle migliori impressioni dell’aspetto del passato. È anche un modo in cui la terra e la pietra entrano nei nostri ambienti di vita quotidiana. Le piastrelle dipinte e smaltate a mano sono di una bellezza semplice e non mediata.

Com’è cambiata la tua figura professionale nel corso degli anni? Cosa ti richiede oggi il ruolo di direttore della Kunstverein di Amburgo?

Muovendosi tra le istituzioni, ci si rende conto di come parlare in spazi diversi cambi il modo di lavorare. Questi spazi sono definiti dal pubblico (il modello del Kunstverein porta con sé un pubblico altamente alfabetizzato sull’arte), dalle finanze, dalla geografia e dalla storia, e una delle opportunità offerte dal lavoro istituzionale è quella di rispondere a questi fattori (e ad altri) nel corso di diversi anni.

Che ruolo svolge il Kunstverein di Amburgo nel panorama artistico nazionale e internazionale? In che direzione va la ricerca curatoriale che stai portando avanti come direttore?

Il Kunstverein ha più di 200 anni e si trova in una posizione unica ad Amburgo per commissionare lavori e realizzare mostre basate sulla ricerca. Poiché il ruolo dell’Europa nel mondo sta cambiando, sono interessato a comprendere le formazioni storiche recenti e a collocare l’arte contemporanea e la pratica estetica al loro interno.

Bühnenbilder by Silke Otto-Knapp, Installation view, Kunstverein in Hamburg 2024. Photography by Fred Dott.
Bühnenbilder by Silke Otto-Knapp, Installation view, Kunstverein in Hamburg 2024. Photography by Fred Dott.
“Entrando nello spazio, i dipinti sembrano muoversi l’uno con l’altro, generando una sorta di quarta parete che gli spettatori possono attraversare. L’illuminazione arancione dello spazio sottolinea l’artificio del lavoro di Otto-Knapp, secondo cui i palcoscenici sono prima di tutto luoghi della mente (e anche della vita)”.

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