Jochen Lempert
Two Poems, Seven Pairs
Mutina HQ Fiorano (Modena)
Jochen Lempert
Sarah Cosulich
Il 27 marzo 2018, MUT inaugura Two Poems, Seven Pairs, la mostra personale del fotografo tedesco Jochen Lempert (Moers, 1958) pensata specificatamente dall’artista per lo spazio di Fiorano. Al suo secondo appuntamento, MUT celebra così l’artista vincitore dell’edizione 2017 del premio “This Is Not a Prize”. Two Poems, Seven Pairs rappresenta il più grande progetto realizzato da Jochen Lempert in Italia e la sua prima personale italiana in uno spazio non-profit.
Fotografo eclettico, con una formazione da biologo e un passato da film-maker sperimentale, Lempert è un artista esploratore, passeggia nella natura, percorre la città, focalizza il suo obiettivo su semplici alberi o su complessi microorganismi vegetali, su animali imbalsamati, sciami di insetti, stormi d’uccelli che disegnano le loro forme nel cielo, su foglie dalle texture diverse e raggi di luce che le penetrano, pietre nella sabbia, ma anche dettagli di corpi umani e forme viventi normalmente invisibili nel contesto urbano. Casuali da un lato e attentamente costruiti dall’altro, Lempert cattura i suoi soggetti anche senza fotografare, come nei fotogrammi quasi astratti realizzati in camera oscura esponendo alla luce o direttamente sul negativo diversi materiali organici.
Lempert lavora rigorosamente in bianco e nero, scatta in analogico e sviluppa personalmente le proprie immagini, con una cura che ne evidenzia la potente fisicità, acuita dalla scelta di presentazione delle fotografie, prive di cornice e libere nel loro contatto con le pareti espositive. Fondamentali per l’artista sono le relazioni create nell’accostamento di specifici lavori, in cui al rigore compositivo e formale si aggiunge il valore simbolico o evocativo delle associazioni.
Il titolo della mostra Two Poems, Seven Pairs cita il dialogo quasi musicale tra immagini simili e diverse tra loro. Tra uomo, animale, pianta, paesaggio, fenomeno atmosferico ed energia emergono contrapposti, simmetrie e connessioni: è il ritmo della composizione a dar vita all’opera totale. Infiniti richiami emergono tra positivo e negativo, soggetto e sfondo, forma e metafora, linea e spazio: le diverse tonalità di grigio perfettamente controllate conferiscono spesso alle fotografie le sembianze di eterei disegni tracciati a grafite sulla carta.
Lempert coniuga un approccio scientifico ad un linguaggio fortemente poetico. Da un lato esplora, raccoglie, cataloga, ordina i suoi soggetti, dall’altro ne coglie il lato lirico e formale. I punti di vista attraverso i quali Lempert cattura le sue immagini negano una prospettiva antropocentrica del mondo ma al tempo stesso non vogliono idealizzare la natura rispetto all’uomo. Nel suo lavoro spazio, tempo e gerarchie vengono annullate nel nome di una “co-evoluzione” che mette allo stesso livello animali, piante, organismi, uomini e le loro attività.