Nathalie Du Pasquier
Sarah Cosulich
All’interno dell’architettura di Angelo Mangiarotti, Nathalie Du Pasquier ha immaginato una grande installazione composta da sette elementi scultorei. Sette strutture di forme e dimensioni diverse che danno vita ad un paesaggio inaspettato, a metà tra sculture e architetture, tra giganti pedine e piccole torri.
La mostra BRIC nasce dell’idea di mattone in quanto elemento compositivo archetipico: minimale, economico, ripetuto, ritmico, adattabile per concepire forme più diverse, il mattone è simbolo di connessione ed è nella sua individualità anche un’architettura perfetta. Affascinata da sempre dal mattone, l’artista ne ha individuato diverse tipologie per poi capovolgerli, smaltarli con brillanti cromie e stratificarli in grandi sculture formali posizionate all’interno dello spazio espositivo. Rivelando la loro costruzione interna, Du Pasquier attiva delicate prospettive e architettonici contrasti tra pieni e vuoti, a loro volta evidenziati dai colori accesi degli smalti. Rovesciati, i mattoni perdono la loro valenza strutturale e divengono moduli decorativi di un pattern che richiama il meccanismo visivo delle piastrelle ceramiche prodotte dalla Mutina.
Nathalie Du Pasquier incrocia arte e design in un unico linguaggio fluido, aprendoci a un paesaggio istintivo e al tempo stesso metafisico. Il suo lavoro, che si muove tra pittura, scultura e installazione, indaga la relazione del soggetto con lo spazio attraverso un’esplorazione delle tecniche compositive e del display. In BRIC la composizione ci riporta indietro alla sua cellula fondante, il mattone, e alla poesia che deriva dal suo uso ossessivo e ritmato, tra intrecci di luce, ombre e linee strutturali.
La mostra BRIC di Nathalie Du Pasquier è un progetto site-specific interamente prodotto da Mutina, risultato dello straordinario dialogo tra l’artista e l’azienda.