Get In Touch
A talk with Luigi Raiola
17.06.25

A talk with Luigi Raiola

Fotografie di Sebastiano Pellion Di Persano

Luigi Raiola è, insieme ad Antonio Pittarelli, direttore della Libreria Internazionale Luxemburg di Torino dal 2002. Il 20 gennaio 2025, la libreria ha inaugurato la nuova sede presso la Galleria Subalpina, punto di riferimento culturale della città. L’abbiamo incontrato per discutere del progetto realizzato dallo studio BRH+, che, in collaborazione con Mutina, ha trasformato uno spazio storico in un luogo unico con un tocco contemporaneo: la ceramica.

A talk with Luigi Raiola

Con più di un secolo di storia alle spalle, la Libreria Luxemburg di Torino rappresenta un punto di riferimento culturale imprescindibile. Che cosa significa per te custodire e rinnovare un luogo così importante, sia a livello culturale che personale?

Nella domanda che mi poni è presente una parola che racchiude un significato profondo legato all’essenza della libreria Luxemburg. Quella parola è “custodire”.

Esistono luoghi che sembrano uscire da un bestiario medievale. Sono spazi che sembrano possedere una propria anima e che si nutrono dell’energia e del respiro di chi li abita. Questi luoghi non si possono possedere, ma custodire con passione e amore. La ricerca di una nuova “casa” per la libreria, dopo 152 anni, è stata, per me e il mio socio Tonino Pittarelli, una grande opportunità di crescita.

Si pensi alla parola crisi, che viene quasi sempre percepita con un’accezione negativa. Spostiamo l’attenzione sulla sua origine, il termine greco krisis, che significa decidere, scegliere. La vita è mutamento; il tempo che scorre è un divenire continuo di cambiamenti.

La nuova sede nasce dal progetto architettonico dello studio BRH+. Qual era, secondo te, la sfida più grande di questo intervento? In che modo sono riusciti a trasferire l’anima della Luxemburg nel nuovo spazio?

Il destino ha voluto farci trovare uno spazio nella stessa strada, a poco più di cinquanta metri di distanza. Per la precisione, tre immobili adiacenti, con un ingresso in via Cesare Battisti e uno in Galleria Subalpina.

La seconda fortuna è stata l’incontro con lo studio BRH+, nelle persone di Marco Rainó e Barbara Brondi. Marco è un caro amico, uno scrittore, un curatore, un uomo sensibile alla bellezza. “Te la senti di trasferire l’anima di una libreria?”. Una delle frasi che sento spesso dire da chi entra nella nuova sede, magari per la prima volta, è “sembra di essere qui da sempre”. In queste parole è racchiuso il successo dello studio BRH+: innovare e rinnovare con amore, mantenere l’identità di un luogo innovando.

Com’è cambiata la libreria? In cosa, invece, è rimasta la stessa?

Gli scaffali sono gli stessi di cinquant’anni fa, il pavimento è sempre in legno, i tappeti sono sempre lì ad attutire il suono dei nostri passi, ma tutto ha una luce diversa. È come se su un viso apparisse improvvisamente un sorriso. È sempre lo stesso volto, ma diverso.

A talk with Luigi Raiola

Qual è stato il ruolo di Mutina nella riconfigurazione dello spazio?

Se il sorriso su un viso è già un dono di bellezza, un sorriso con le “fossette” sulle guance è dono “aumentato”. Mutina è questo.

Se c’è un aspetto che può più di altri influenzare un progetto, credo sia la cura del dettaglio. Adagio di Ronan Bouroullec, posato sul soffitto grigio sopra la sezione del banco cassa, sembra dialogare con il soffitto a botte in mattoni rossi della sezione di libreria che lo precede. Uno dei tanti colpi da maestro di Marco.

La nostra micro caffetteria, di appena dodici metri quadrati, è resa magica dalle ceramiche di Anastassiades che coprono pareti e pavimento, ma anche dal rivestimento del bancone con Rombini di Erwan & Ronan Bouroullec, che lo fanno assomigliare all’isola della cucina di una casa. Le Editions, sui tavoli, nelle vetrine e sopra alcune delle librerie, sono come un fil rouge che tiene tutto insieme con armonia. Come l’ingrediente segreto nella torta della nonna.

Com’è avvenuto il tuo primo contatto con Mutina? Cosa pensi del modo in cui, attraverso la ceramica, è entrata nel mondo del design, dell’architettura, dell’arte contemporanea e, con la serie di pubblicazioni MUT sulle sue mostre, anche nel panorama editoriale?

Grazie alla visione e all’amicizia di una donna e una sognatrice unica che si chiama Helen Nonini. Ci siamo incontrati per un puro caso tra le pareti della vecchia Luxemburg, anni addietro, ed è nata una profonda e forte amicizia. Credo che nulla accada per caso e che in quel lontano giorno ci fosse già il seme di quanto accaduto in questo presente, perché è stata Helen, nel periodo in cui stavo cercando di capire come immaginare una nuova casa, a volermi presentare Massimo Orsini. 

Il nostro incontro è stato un fiume di parole, emozioni e idee condivise – sulla realtà, sul tempo, sullo spazio che circonda tutti noi.

Ho scoperto come Mutina ha portato l’arte nel mondo della ceramica e la ceramica in quello dell’arte, dando una nuova percezione degli spazi.

A talk with Luigi Raiola

Le Editions sono diventate parte integrante dell’allestimento. Come dialogano con il patrimonio editoriale della libreria e con chi vi entra in contatto?

Le copertine dei libri sono la macchia di colore e calore più bella che possa esserci su una parete. Penso al pantone degli Adelphi, al bianco dell’Einaudi – per citarne due. Le Editions, sui tavoli all’interno della libreria e nell’allestimento delle vetrine, danno la sensazione di diventare delle proiezioni tridimensionali del contenuto dei libri.

Questo progetto si inserisce anche nel percorso Being Mutina, che esplora nuove modalità di relazione tra spazio, arte e cultura. Come hai vissuto questa esperienza e cosa ha significato portare la Luxemburg a dialogare con questa visione più ampia?

Ho avuto l’enorme piacere di scoprire il progetto Being Mutina durante il Salone del Mobile. Come Alice nel romanzo di Carroll, ho avuto la sensazione di cadere in una dimensione nuova. L’esplosione nello spazio di un’immagine fotografica. La Luxemburg per noi è la prima stanza del progetto Being Mutina.

Quali sono le principali sfide del progettare uno spazio culturale che sia anche un luogo di relazione e di incontro?

Negli ultimi vent’anni, la società in cui viviamo è stata continuamente lanciata in avanti come se fosse una biglia scagliata lontano con una fionda. La libreria, a differenza di teatri e biblioteche, è un presidio culturale che ha però anche una forte identità commerciale. Questo cambia tutto, soprattutto nell’era delle vendite online.

La libreria, come il piccolo bar di paese, dove ci si incontra per giocare a carte o a bocce, per bere un bicchiere di vino o commentare la vita, dev’essere un luogo di passaggio. La camera di decompressione per ciò che è faticoso. Un luogo dove passare anche tutti i giorni, non sempre per comprare un libro, ma per parlare, per uscirne a volte arricchiti emotivamente e umanamente. Un luogo dove incontrare lettori e scrittori, per poi bere insieme un caffè o un calice di vino. Grazie a Mutina, abbiamo anche la nostra piccola cucina con terrazzo (dehor esterno) – la caffetteria più piccola sulla piazza: dodici metri quadrati di accogliente bellezza.

Qual è, secondo te, il potenziale progettuale e artistico della ceramica oggi?

È un potenziale di unione e di comunione. La ceramica è la materia nel suo vestito elegante – la materia che diventa arte. Allo stesso tempo, l’arte trova nella ceramica la sua materialità, il suo quotidiano intriso di bellezza. La ceramica, in quello che è il travolgente mondo contemporaneo dell’arte, è la sua espressione accessibile a un pubblico più ampio.

Come immagini il futuro della Luxemburg?

Per rispondere a questa domanda non riesco a trovare le parole giuste, ma sorrido. Un sorriso in cui c’è tutto.

A talk with Luigi Raiola

Il carrello è vuoto

Per soddisfare al meglio le tue esigenze, ti chiediamo di compilare il form sottostante
Sono un
Che risiede in
Interessato a

Recupera la password

Hai perso la password? Inserisci il tuo indirizzo email.
Riceverai un link per creare una nuova password via email.

Completa il tuo profilo con alcune informazioni aggiuntive

Questo è il nostro nuovo sito web e per accedere alla nuova area riservata ti chiediamo di fare reset della password e confermare alcune informazioni
Si informa che questo sito utilizza cookie di profilazione, anche di terze parti. Per maggior informazioni o negare il consenso a tutti o ad alcune cookie cliccare qui. Cliccando su accetto acconsento all’utilizzo dei cookie.