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A talk with Chiara Rusconi
24.02.22

A talk with Chiara Rusconi

Portraits by Piergiorgio Sorgetti

Installation views by Piercarlo Quecchia - DSL Studio

Nella stazione della metro di Piazza Vittoria a Brescia, è stata inaugurata oggi Mind the gap, l’installazione permanente progettata da Nathalie Du Pasquier e realizzata con gli elementi di Mattonelle Margherita, che si inserisce nel più vasto progetto di arte pubblica e contemporanea Subbrixia. Chiara Rusconi, organizzatrice e membro di UBI Fondazione CAB, ci ha parlato di come si è sviluppato l’intervento, del concept dell’opera di Nathalie e dell’importanza della sinergia fra i diversi enti coinvolti, tra cui Mutina.
Nella stazione della metro di Piazza Vittoria a Brescia, è stata inaugurata oggi Mind the gap, l’installazione permanente progettata da Nathalie Du Pasquier e realizzata con gli elementi di Mattonelle Margherita, che si inserisce nel più vasto progetto di arte pubblica e contemporanea Subbrixia. Chiara Rusconi, organizzatrice e membro di UBI Fondazione CAB, ci ha parlato di come si è sviluppato l’intervento, del concept dell’opera di Nathalie e dell’importanza della sinergia fra i diversi enti coinvolti, tra cui Mutina.
A talk with Chiara Rusconi
Chiara Rusconi e Italo Folonari, presidente UBI Fondazione CAB
Chiara Rusconi e Italo Folonari, presidente UBI Fondazione CAB

Subbrixia è un progetto nato nel 2015 con l’obiettivo di portare l’arte contemporanea all’interno della metro di Brescia, attraverso la realizzazione di opere e installazioni. Puoi parlarci di come è nata e come si è evoluta l’iniziativa nel corso di questi anni?

Subbrixia è un progetto di arte contemporanea nato nel 2015, con caratteristiche effimere: aveva visto installazioni temporanee di Rä Di Martino, Francesco Fonassi ed Elisabetta Benassi, ma anche permanenti di Marcello Maloberti e Patrick Tuttofuoco. Nel 2019, grazie alla visione del suo Presidente Italo Folonari, UBI Fondazione CAB ha raccolto il testimone trasformando il progetto in una mostra permanente che si estende tra le stazioni della modernissima metropolitana di Brescia. Subbrixia crescerà stazione dopo stazione, in una narrazione che sarà svelata progressivamente, per dar vita ad un progetto di arte pubblica. Toccherà tutte le stazioni dell'impianto cittadino coinvolgendo protagonisti della scena artistica italiana e internazionale. I loro interventi terranno conto della storia, dell'architettura e del contesto progettuale delle singole stazioni e delle comunità dei quartieri attraversati, spaziando dall’installazione, al suono, alla scultura, ad altri linguaggi. Il coordinamento curatoriale di questo considerevole intervento di arte pubblica è affidato a Luca Lo Pinto e al team di NERO.

Oggi, all’interno della stazione di Piazza Vittoria, è stata inaugurata Mind the gap, l’opera prodotta da Nathalie Du Pasquier con Mattonelle Margherita. Qual è il concept dell’installazione e come si è sviluppato il progetto?

Nathalie Du Pasquier ha ideato un’installazione permanente capace di trasformare l’ingresso della stazione di Piazza Vittoria, influendo sulla fruizione da parte del visitatore. L’opera invita a un cambio di prospettiva nell’esperienza quotidiana dei passeggeri, trasformando lo spazio in un immaginario che oscilla tra figurazione e astrazione. L’utilizzo degli elementi in ceramica permette alla composizione di forme e colori di creare un luogo altro.

L’esperienza di Mind the gap sarà legata alla vita quotidiana di tutte le persone che, frequentando la metropolitana, saranno invitate a diversi livelli interpretativi dell'installazione, dall'attenzione al vero e proprio "gap" alla semplice osservazione e fruizione della sua presenza.

L’opera invita a un cambio di prospettiva nell’esperienza quotidiana dei passeggeri, trasformando lo spazio in un immaginario che oscilla tra figurazione e astrazione.

In che modo le ceramiche e i pattern colorati dialogano con lo spazio e le architetture sotterranei? Che tipo di esperienza si è voluto creare?

L’interesse di Nathalie per la ceramica ha radici consolidate nella sua pratica artistica. Partendo dalla semplicità e funzionalità del materiale, ne esplora le infinite possibilità creative grazie alla stabile collaborazione con Mutina, che è stata al suo fianco anche nella realizzazione di Mind the gap. In questo caso le mattonelle sono usate per trasformare lo spazio, che è determinato e modulato da colori e forme: la ceramica diventa così un elemento di costruzione architettonica, definendo un nuovo e inaspettato paesaggio geometrico.

Avevi già avuto occasione di collaborare con Nathalie Du Pasquier per Apalazzogallery. In che modo la poetica delle sue creazioni e il suo approccio creativo sposano la nuova edizione di Subbrixia?

La nostra galleria, Apalazzogallery, lavora con Nathalie da tempo, e quello che mi ha sempre affascinato nel suo lavoro è anche lo slittamento di scala: gli oggetti quotidiani diventano delle grandi architetture e quelli che sembrano delle costruzioni, dei palazzi o planimetrie architettoniche nascono invece da paesaggi domestici. I mondi intimi e privati diventano pubblici. La realtà viene ritratta senza inganno e, da questo variegato repertorio di idee, Nathalie prende ciò che più le interessa e lo trasforma in un luogo, in uno spazio abitato da geometrie, segni, colori e forme.

Mutina ha partecipato attivamente allo sviluppo del progetto, fornendo non solo i moduli della collezione ma anche i propri artigiani, e collaborando con l’ente Brescia Mobilità. Quanto è stata importante questa unione tra diverse forze e competenze specifiche per la buona riuscita dell’opera?

La collaborazione con Mutina e tutta la sua squadra di lavoro è stata fondamentale per il progetto e la sua realizzazione, sin dalle prime fasi. Sono stati essenziali il contributo e la collaborazione di Brescia Mobilità, Brescia Metro e Comune di Brescia che hanno permesso di arrivare alla realizzazione di una complessa opera di arte pubblica, il cui risultato non era per nulla scontato.

Lavorare in un luogo costantemente aperto al pubblico e non concepito per essere un contenitore d’arte, richiede di considerare molteplici aspetti, difficoltà e regole da rispettare, sia per la tutela del viaggiatore che del rispetto dell’opera. Solo un’operazione di sistema che veda tutti i soggetti ugualmente coinvolti e determinati può superare le tante difficoltà tecniche e normative di un progetto simile. Come spesso dice Nathalie, senza il lavoro di artigiani e ingegneri, questa installazione sarebbe rimasta un’idea.

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Ricordi la prima volta che sei entrata in contatto con Mutina? Cosa ti ha colpita di più dell’azienda?

Ho sempre seguito Mutina con fascinazione, in particolare la loro ricerca e apertura all’arte e al design. Ho avuto modo di conoscere Massimo e Giuliana, e la loro straordinaria visione, attraverso Mutina for Art. Nathalie era stata invitata dalla curatrice Sarah Cosulich a pensare a un progetto da cui è nata BRIC, una grande installazione composta da sette strutture formate e costruite basandosi su uno dei paradigmi stessi dell’architettura: il mattone.

Qual è la tua collezione Mutina preferita? Per quale motivo?

Mutina è innovativa e visionaria, ha cambiato le regole tradizionali della ceramica portando all’interno dell’azienda tanta sperimentazione, invitando designer e artisti a realizzare non solo prodotti, ma opere e installazioni, come nel caso di Nathalie. Per questo è difficile scegliere una sola collezione, trovo che ogni collaborazione porti a un risultato imprevisto e peculiare della pratica dei creativi coinvolti.

Mi piacciono in modo particolare Brac e Mattonelle Margherita, per la loro duplice anima, razionale e fortemente creativa: colore e segno possono declinarsi in infinite possibilità di composizione.

La realtà viene ritratta senza inganno e, da questo variegato repertorio di idee, Nathalie prende ciò che più le interessa e lo trasforma in un luogo, in uno spazio abitato da geometrie, segni, colori e forme.

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