A talk with Colville
Ricordate la prima volta che vi siete incontrate? Come vi siete conosciute?
Ci siamo incontrate da Marni, dove abbiamo lavorato insieme per più di dieci anni. Lì abbiamo avuto modo di conoscerci e di creare tante collezioni insieme.
Parlateci del vostro percorso professionale. Cosa facevate prima di Colville? Quando avete capito che avreste voluto iniziare un progetto insieme e che era il momento giusto per farlo?
Nello stesso periodo in cui lavoravamo da Marni, Lucinda era anche la Fashion Director di British Vogue e Molly aveva co-fondato il magazine Parterre de Rois.
Sapevamo di voler continuare a lavorare insieme anche dopo aver lasciato Marni, non potevamo immaginare altrimenti, quindi lanciare Colville è stata una necessità! Volevamo degli abiti per noi stesse, che esprimessero il nostro mondo interiore. Pezzi che durassero nel tempo e fossero unici, che contassero.
Su quali valori si basa Colville?
Autenticità, originalità, sostenibilità.
Vogliamo dare forza alle donne nel mondo, lavorando insieme a loro e con le nostre capacità per produrre abiti che siano belli e abbiano un valore nella realtà di oggi. In quest’ottica, la consapevolezza ricopre un ruolo importante fin dall’inizio: ci impegniamo per cercare di cambiare le cose, mettendo in pratica metodi di produzione migliori. Le nostre collezioni sono pensate per essere utilizzate, apprezzate e custodite con cura. Diamo molto valore alle collaborazioni, sia con il nostro team interno che quello esterno.
Che ruolo ricopre la sostenibilità all’interno del brand?
La sostenibilità è una sfida continua. Ogni giorno, in qualsiasi decisione prendiamo, cerchiamo di fare una scelta sostenibile. Le nostre collezioni sono realizzate con tessuti di scarto o riciclati già esistenti. Il 50% della base delle nostre stoffe è eco-friendly, ma possiamo fare di più, e cerchiamo continuamente di migliorare, studiando sempre nuove strade per essere sostenibili.
La crisi ambientale e climatica richiede alle persone di diventare più coscienti del loro stile di vita, lavorando insieme per il bene comune. Se doveste dare tre consigli per essere dei consumatori più consapevoli e sostenibili, quali sarebbero?
Investire in pezzi che si amano, che durino nel tempo e che si potranno passare alle generazioni successive. Controllare sempre di che cosa, come e da chi sono fatti i tessuti e i prodotti. Acquistare un singolo pezzo a stagione, che costi di più, ma sia prodotto eticamente.
Come descrivereste la vostra relazione con la ceramica?
La amiamo, si possono realizzare cose incredibili con la ceramica. È una tecnica antica che ti permette di dare vita a milioni di creazioni diverse, lavorando con i pattern, le texture, i colori e le dimensioni. La ceramica è diversa dagli altri materiali perché consente di ottenere risultati grandiosi su un’area molto ridotta e preziosa, ma si può utilizzare anche su grande scala e ottenere un effetto magnifico.
A settembre avete realizzato un evento speciale insieme a Mutina, all’interno di Casa Mutina Milano. Come si è evoluta la collaborazione? Che tipo di progetto è stato presentato?
Lo showroom di Casa Mutina Milano ha ospitato la collezione SS24 di Colville. Amiamo collaborare e dare vita a diverse idee. Quello con Mutina è stato un match perfetto! I capi sono stati presentati in modo davvero creativo e inaspettato, in diretto contatto con la ceramica, all’interno di uno spazio unico nel suo genere.
Ricordate la prima volta che siete entrate in contatto con Mutina? Cosa vi ha colpite di più dell’azienda?
Ci siamo incontrati tramite conoscenze comuni nel 2020. Poi abbiamo rivisto Massimo e Giuliana nei loro uffici, a Modena, e siamo rimaste davvero colpite dal loro mondo. Ci siamo sentite ispirate. È incredibile il modo in cui hanno preso una tecnica antica, rivoluzionandola per il ventunesimo secolo. E l’azienda continua ad evolvere, che è la cosa più bella.
Avete una collezione Mutina preferita? Perché?
Ci piacciono molto le collezioni di Nathalie Du Pasquier. Amiamo i colori accesi, il senso dell’umorismo, le texture e il fatto che molti pezzi siano tridimensionali.
Immaginate che vi venga chiesto di sviluppare una collezione ceramica. Cosa fareste?
La vera domanda è: cosa non faremmo?! Ci piacerebbe progettare tavoli, sgabelli, pavimenti e rivestimenti, ma anche piccoli oggetti decorativi come vasi, fermacarte e scaffali. Amiamo la ceramica tanto quanto i vestiti, e i dipinti tanto quanto le scarpe… non c’è limite a quello che vorremmo produrre e creare.
“Vogliamo dare forza alle donne nel mondo, lavorando insieme a loro e con le nostre capacità per produrre abiti che siano belli e abbiano un valore nella realtà di oggi. In quest’ottica, la consapevolezza ricopre un ruolo importante fin dall’inizio: ci impegniamo per cercare di cambiare le cose, mettendo in pratica metodi di produzione migliori”.