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A talk with Gianluigi Ricuperati
09.07.19

A talk with Gianluigi Ricuperati

Fotografie di Matteo Pastorio
Personalità dall’indole eclettica – è scrittore, saggista e curatore, oltre ad aver lavorato come direttore creativo per Domus Academy – Gianluigi Ricuperati ha recentemente inaugurato il suo ultimo progetto, Faust: uno spazio dall’anima duplice con sede a Torino, un po’ museo e un po’ libreria, ma anche galleria d’arte. Durante il nostro incontro, abbiamo parlato di interdisciplinarità, contaminazione tra diversi codici espressivi e del programma che ha in serbo per questo nuovo luogo di scambio intellettuale.
Personalità dall’indole eclettica – è scrittore, saggista e curatore, oltre ad aver lavorato come direttore creativo per Domus Academy – Gianluigi Ricuperati ha recentemente inaugurato il suo ultimo progetto, Faust: uno spazio dall’anima duplice con sede a Torino, un po’ museo e un po’ libreria, ma anche galleria d’arte. Durante il nostro incontro, abbiamo parlato di interdisciplinarità, contaminazione tra diversi codici espressivi e del programma che ha in serbo per questo nuovo luogo di scambio intellettuale.
A talk with Gianluigi Ricuperati

Sei scrittore, saggista e curatore, un’interdisciplinarità che emerge da tutti i tuoi progetti. In che modo comunicano tra loro queste attività? A quale ti senti più legato?

Coincido con me stesso quando scrivo. Ma al contempo sento che scrivere non basta, in questo tempo – o per lo meno nel mio. Quindi potrei rispondere che mi sento legato, annodato proprio, alla felicità senza ragionevolezza del momento in cui un’idea compare all’orizzonte della mente. E quest’idea potrà prendere diverse forme. La forma che le contiene tutte, comunque, è sempre un libro. Il mondo finisce e inizia nel libro, diceva qualcuno, no?

La contaminazione reciproca tra discipline, anche apparentemente molto diverse tra loro, è diventata ormai una prerogativa delle attività artistiche e creative. Quali sono i vantaggi di questo tipo di approccio?

Quando ero ragazzino, all’università, al liceo, negli anni novanta, non era così diffuso, ma già allora sentivo come un destino obbligato la vocazione a incuriosirsi di tutto e a trovare corrispondenze concettuali profonde tra differenti codici di espressione. Musica, architettura, poesia, azione. Ci sono rispecchiamenti, metodologie, rime nascoste, semi invisibili.

A talk with Gianluigi Ricuperati
A talk with Gianluigi Ricuperati

Alla luce di questa riflessione, pensi sia possibile dare una definizione univoca di arte?

L’arte è un processo di veglia immerso nei privilegi del sogno – e della collaborazione.

Hai recentemente inaugurato Faust, uno spazio a metà strada tra museo e libreria dove le persone possono rifugiarsi fino all’alba, prendere un caffè e chiacchierare, proprio come in un vecchio café letterarie. Un progetto inusuale e, in un certo senso, poetico. Come si è evoluto e come è stato accolto dai cittadini di Torino?

Faust sta diventando una emittente di contenuti attraverso vari canali. E naturalmente continuerà a ospitare le nottate, e a espandersi e spuntare come un fungo in vari contesti: camere d’albergo, programmi radio, eventi di marketing, libri. I cittadini più curiosi hanno risposto con grande affetto. Faust – il negozio – attrae persone speciali.

Cosa prevede il programma?

Incontri, dialoghi, concerti, proiezioni, discussioni, performance, mostre, o semplicemente il condiviso scorrere del tempo liberato.

L’arte è un processo di veglia immerso nei privilegi del sogno – e della collaborazione.
A talk with Gianluigi Ricuperati
A talk with Gianluigi Ricuperati

Sei stato direttore creativo di Domus Academy, una fucina di giovani talenti a cui trasmettere stimoli e da cui essere stimolati. In che modo può contribuire la nuova generazione di creativi a rilanciare l’arte in Italia?

Credo che se c’è un posto dove è imperativo progettare sia proprio l’Italia.

Stai lavorando a qualcosa di nuovo in questo periodo?

Un libro, per esempio. Ma anche un catalogo di Faust Editions. E tante altre cose più o meno urgenti. Ora sono in viaggio verso Tokyo, ascoltando al buio della notte aerea Roland Kirk e la sua ‘Inflated Tear’.

Hai familiarità con Mutina? Quale aspetto preferisci della nostra azienda?

Adoro l’attitudine di Mutina. Adoro i suoi prodotti. Vorrei che questo aereo fosse ricoperto da piastrelle Mutina. Credo che l’azienda sia un esempio per tanti imprenditori: un’impresa che fa cultura e produce bellezza in modo contemporaneo.

Qual è il tuo progetto preferito? Perché?

Mi piace moltissimo Accents, il nuovo progetto con le 34 installazioni. Mi sembra un museo della vita.

Se dovessi associarlo a un romanzo, quale sarebbe?

La vita, istruzioni per l’uso – Georges Perec, 1978.

Incontri, dialoghi, concerti, proiezioni, discussioni, performance, mostre, o semplicemente il condiviso scorrere del tempo liberato.
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