A talk with Stones & Walls
Come ti sei appassionata all’architettura?
È iniziato tutto quando ero molto piccola, ho sempre amato trasformare spazi e dar loro nuova vita. Cerco di trovare un tema di partenza e creare qualcosa di unico.
Quando hai deciso di lanciare Stones & Walls? Qual è la storia dello studio?
È stato nel 2009, quando ho realizzato la mancanza di studi di design capaci di realizzare progetti “chiavi in mano”. Io e mio marito siamo i proprietari dell’azienda, lui gestisce i progetti e controlla le risorse finanziare, mentre io sono a capo dello studio di design. Da allora – e molti progetti dopo – siamo riconosciuti in modo particolare per i nostri lavori nel settore dell’hospitality, sia in Grecia che all’estero.
Qual è la parte più difficile del tuo lavoro? E quella che più ti piace?
È complicato riuscire a comunicare con i lavoratori e saper affrontare i problemi che emergono in fase di costruzione, così da raggiungere i risultati sperati. Naturalmente la parte più difficile è farsi venire un’idea originale, ma il momento che dà più soddisfazione è l’ultimo giorno di lavori, quando vedi il progetto completato e inizi a sentire il desiderio di passare a quello successivo!
La Grecia è conosciuta per le sue antiche architetture e sculture dal gusto classico, manufatti di una bellezza senza tempo. Pensi che questo prezioso patrimonio abbia in qualche modo influenzato il tuo approccio personale?
Ammiro la cultura antica, è alla base dell’impegno e del duro lavoro impiegati per progettare nel dettaglio, ma penso di essere più influenzata dallo stile moderno e nordico. Mi piace anche usare materiali naturali e creare un risultato artigianale, che indubbiamente rappresenta la nostra filosofia.
Il momento che dà più soddisfazione è l’ultimo giorno di lavori, quando vedi il progetto completato e inizi a sentire il desiderio di passare a quello successivo!
Qual è la prima cosa da fare quando inizi a lavorare a un nuovo progetto?
Preparare un mood board, trovare delle fonti di ispirazione che si sposino al progetto e imboccare la giusta direzione fin dall’inizio. Anche organizzare una gita in un luogo che aiuti a definire lo stile e il concept.
Abbiamo notato che avete progettato molti hotel e ristoranti. Quali sono i segreti dell’hospitality da un punto di vista dell’architettura e dell’interior design?
Bisogna trovare un design che rispecchi il target del committente. Concept, elementi originali e materiali naturali che creino un impatto immediato e diano vita a un ambiente accogliente, che faccia sentire gli ospiti i benvenuti.
Quanto è importante la sostenibilità nel tuo lavoro?
Oggi i materiali sostenibili stanno avendo un ruolo e un impatto sempre più importanti nell’ambito dell’interior. Per me il design sostenibile riguarda ancora la funzionalità e la forma, ma l’esperienza che le persone possono vivere attraverso i materiali aggiunge una nuova dimensione alla creatività. Cerco materiali che rispecchino un ambiente naturale e possano essere utilizzati in modi unici.
Quando hai sentito parlare di Mutina per la prima volta?
Ce ne hanno parlato i nostri amici di Moda bagno, Interni stores. Ci hanno mostrato le prime collezioni e io me ne sono innamorata all’istante. Ne uso sempre una diversa in ogni progetto. Ho anche visitato il meraviglioso showroom a Modena, che mi ha fatto capire ulteriormente l’importanza di creare qualcosa di perfetto!
Hai una collezione preferita?
Non riesco a scegliere, ognuna di esse ha qualcosa di unico e irresistibile. Forse mi piace in modo particolare Tratti.
Hai mai usato le collezioni Mutina in modo inusuale?
Le ho usate in tantissimi modi inaspettati. Ho creato tavoli, le ho usate come dei tappeti, al centro delle stanze o per delimitare gli spazi, ho costruito fondali per l’arredamento, trasformato il rialzamento di un bancone in un pavimento, realizzato ripiani per lavelli e tappeti da doccia… le possibilità sono infinite.
L’esperienza che le persone possono vivere attraverso i materiali aggiunge una nuova dimensione alla creatività.