A talk with Lotta Agaton
Quando hai fondato Lotta Agaton Interiors? Qual è la storia dello studio?
Ho lavorato nel campo degli interni tutta la vita, mio padre era un architetto quindi sono nata e cresciuta in stretto contatto con questo settore. Ho iniziato a lavorare come interior stylist e ho fondato il magazine svedese Residence. Dopo tre o quattro anni ho aperto il mio studio, parliamo di circa 15 anni fa.
Su quali principi si basano la vostra pratica e l’approccio distintivo?
Ci occupiamo di quasi tutto ciò riguarda gli interni. Avendo lavorato nell’ambito dello styling, gestiamo molto la direzione creativa per i clienti commerciali, aiutandoli con la visual identity, le immagini per i cataloghi e la pubblicità, con l’arredamento per i loro showroom e per gli stand alle fiere… mi piace molto quando tutti questi aspetti sono legati dallo stesso codice di espressione. Lavoriamo anche a tanti progetti interni per clienti sia pubblici che privati, come uffici, hotel e ristoranti, ma anche a progetti di sviluppo immobiliare.
Quali sono i vantaggi di lavorare con un team multidisciplinare, spaziando tra diverse attività?
Penso che un grande vantaggio sia quello di essere preparati sia nel campo dell’interior che in quello dello styling. Per me un ambiente, sia sotto forma di spazio fisico che di immagine, non è completo senza lo styling e un tocco finale. Dico sempre che tutto deve essere perfetto, fino all’ultimo dettaglio.
Di solito come ti approcci a un nuovo progetto d’interni?
Faccio tanta ricerca e cerco di capire le reali necessità dei clienti. Il mio lavoro consiste nel dargli ciò di cui non capivano di aver bisogno, e al quale poi non riescono a rinunciare.
Faccio tanta ricerca e cerco di capire le reali necessità dei clienti. Il mio lavoro consiste nel dargli ciò di cui non capivano di aver bisogno, e al quale poi non riescono a rinunciare.
Cosa non può mancare all’interno di un ambiente?
La funzionalità, il calore e un “tocco umano”.
Oltre a lavorare per lo studio nella direzione creativa di progetti di interior e brand identity, styling e interior design, hai co-fondato Residence Magazine. Cosa hanno in comune tutte queste attività? Ce n’è una a cui ti senti più legata?
Credo che siano tutte collegate e il mio approccio rimane lo stesso in ogni ambito. Voglio creare qualcosa di funzionale, ma non scendo mai a compromessi con l’estetica, e adoro quei progetti in cui ci occupiamo di tutto, fino alla scelta dei perfetti spazzolini da denti per il bagno.
Conosci Mutina? Cosa ti piace di più dell’azienda?
Amo Mutina da tanti anni, adoro le collezioni vivaci e con tanti elementi per ciascun design, che si possono combinare a proprio piacimento. Aiuta a conferire tanta personalità e calore ad ambienti che potrebbe facilmente diventare noiosi, come un bagno. E mi piacciono molto gli elementi tridimensionali, utili per qualsiasi area.
Hai una collezione preferita? Perché?
Adoro Brac di Nathalie Du Pasquier, mi piacerebbe ordinare dei campioni e usarli come oggetti di scena per degli scatti di still-life (così come anche Mistral di Barber & Osgerby). Oltre a queste, la mia collezione preferita di sempre è Rombini di Ronan ed Erwan Bouroullec.
Adoro quei progetti in cui ci occupiamo di tutto, fino alla scelta dei perfetti spazzolini da denti per il bagno.